DOCUMENTI GIANO

Ecco alcune immagini relative alla documentazione dove è stato tratto il testo del documentario.

In questa intervista sottoriportata dello storico Ceccato, su youtube dal 2013, scorrendola, circa a metà, si può sentire molto bene Ceccato affermare della rottura del patto fra Graziano Verzotto, le SS e le Brigate Nere. Patto avvenuto con la presenza di tutte le parti in causa, quindi anche del Verzotto e di Don Giacomelli, comunque, nell'occasione, presenza di secondo piano. Le sue affermazioni sono confermate non solo nel mio documentario in cui più ampiamente spiego il fenomeno, ma anche dalla documentazione, dallo stesso Ceccato prodottami e ritrovata nei vari archivi. Alcune cose sono sottoriportate. Specificatamente al minuto 18,21 potete sentire Ceccato che dice che al partigiano Graziano Verzotto viene dato il "porto d'armi" dalle Brigate Nere, grazie ad un accordo.

Qui sotto invece, in questa lettera a firma Graziano Verzotto, possiamo vedere come lo stesso abbia "individuato, inseguita senza tregua..." una certa Armida Bocini quale "corresponsabile" della strage. La donna in seguito si farà del carcere e verrà poi scarcerata perché pienamente innocente.  Verrà incriminata anche una seconda donna, Albina Superchi,  che si fa del carcere e viene poi scagionata pienamente. Si indica inoltre una certa Ada Giannini, quale responsabile, a denuncia a firma di Verzotto, dove, in un altro documento invece, riportato qui sotto, scrive che la Ada Giannini "non esiste". Lascio al lettore la libera interpretazione dei fatti riportati. Nessuno ha chiesto scusa alla Bocini ne ad Albina Superchi.

 

 

 

Sotto, l'ingrandimento del documento a firma Graziano Verzotto, dove si afferma che la "Giannini Ada non esiste". Possibile  simili contraddizioni?

Denuncia originale dove Graziano Verzotto scrive ceh la ADA GIANNINI non esiste. I verbali pieni di contraddizioni lasciano effettivamente aperte tante domande.
Denuncia originale dove Graziano Verzotto scrive ceh la ADA GIANNINI non esiste. I verbali pieni di contraddizioni lasciano effettivamente aperte tante domande.

Interessantissimo questo documento sulla Ada Giannini, scritta dal Graziano Verzotto dove fa queste affermazioni: ALLA TESTA DEI MIEI PARTIGIANI TENEVO LA PIAZZA DI SANTA GIUSTINA ... QUANDO (IO) EBBI MODO DI FERMARE UN CAMION,,, ALCUNE S.S... FRA CUI UNA INTERPRETE ITALIANA.... DA DOCUMENTI PORTANTI CON Sè RISULTAVA TALE ADA GIANNINI... (!)  Veramente strano, dato che in alcuni documenti sopra riportati, dice che GIANNINI ADA NON ESISTE.  E come mai al Procuratore della Repubblica di Padova, nega di essere mai stato presente quella mattina?

Documento del Comitato di Liberazione Nazionale (sotto)  sul caso Verzotto, con fatti gravi "accertati". Essere sceso a patti con il nemico, ecc....

Ad onor del vero Verzotto, dopo i suoi scritti difensivi relativamente a queste accuse, venne "capito per i suoi comportamenti" e cioé: tutti i capi di accusa sono confermati dal CLN, viene degradato ma considerato ancora partigiano come potete leggere sotto. MA ATTENZIONE. Non venne "assolto" da un Tribunale vero e proprio, ma da una Commissione Disciplinare. Come dire, il virgolettato è d'obbligo, "da un organo di partito", uso questo termine per far capire meglio la situazione.  Pensate poi che Verzotto nella sua difesa da queste accuse si fece froze di due dichiarazioni di chi? Di due ex fascisti. Alfredo Allegro che addirittura dice che Verzotto non consegnò armi (fatto smentito dalla commissione stessa! vedi documento), e dall'ex fascista Tommaso Calvi. Ma non su interrogatorio degli stessi ma su due deposizioni autenticate dallo stesso Verzotto! Sentiamo cosa scrive lo storico Ceccato: "Nella commissione disciplinare che ha trattato il caso Verzotto Benetti rappresentava il partito comunista, Fiorot il partito d'azione e, credo Bidoli la Democrazia Cristiana. Benetti, pur disapprovando il comportamento di Verzotto, si era opposto alla sua eliminazinoe fisica chiesta - durante la lotta partigiana - dall'ala intransigente del suo partito (in particolare da colui di cui Verzotto aveva preso il posto nel settembre 1944 al vertice del battaglione "Sparviero" (cioé Timante Ranzato ), perchè aveva capito che dietro all'operazione di patteggiamento con fascisti e tedeschi c'erano la Democrazia cristiana padovana (quella del futuro prefetto della liberazione Sabadin) e la Curia padovana (nelle persone di don Mario Zanchinb e don Ugo Orso). In effetti Verzotto aveva per mesi resistito alle pressioni esercitate su di lui perchè abbandonasse una formazione partigiana inquadrata dai comunisti, tanto che per convincerlo don Orso (cappellano della Banda Carità) aveva svelato ad Alfredo Allegro il vero nome di Bartali e il suo indirizzo, consentendo ai fascisti di fermare il padre ed un fratello e di ricattarlo. Verzotto aveva ceduto alle pressioni malvolentieri, ma nei mesi successivi diventò più realista del re, cioè più anticomunista dei suoi padrini politici, che negli anni successivi non lo abbandonarono quando a S. Giustina divenne impopolare, procurandogli un incarico di coordinatore politico in provincia di Catania (1947-1948) dove conobbe la sua futura moglie e gettò le basi della sua brilante carriera politico-manageriale.
La conclusione della commissione disciplinare che escluse un tradimento è un evidente compromesso politico. Io credo si possa parlare tranquiellamente di "tradimento della causa partigiana" perchè la lotta antifascista e antitedesca non prevedeva accordi col nemico, ma una lotta senza quartiere. La sentenza della Corte d'assise straordinaria nel processo Tommaso Calvi dimostra indiscutibilmente che gli accordi di dicembre furono di vantaggio per i nazifascisti - che videro praticamente scomparire ogni forma di lotta armata nel cam,posampierese - e quindi rappresentarono un "tradimento della causa partigiana".Di certo all'epoca si voleva una pacificazione e il paese di Santa Giustina in Colle era in mano, politicamente, ai partigiani di Verzotto. C'era quindi bisogno di pacificare.  Di certo, all'epoca, non si indagò più di tanto sul fatto, cosa che avvenne in tempi postumi e in tempi recenti. Questo documento, a nostro parere, è un capolavoro storico di "diplomazia". Non viene riportato nel documentario, in quanto avrebbe dimostrato ancora una volta e di più, il coinvolgimento del Verzotto anche con elementi ex fascisti a sua difesa e con le denunce di altre persone come Gamba Antonio e altri. Praticamente un doppione di quello già detto. Non solo, ma nella sua difesa risultano ulteriori incongruenze.

 


Di certo le contraddizioni di questi documenti sono notevoli. Da una parte "non si ravvisano gli estremi del tradimento", dall'altra si conferma che fece consegnare armi ai fascisti... ma, e qui cè un ma... Verzotto parla che furono consegnati solo dei ferrivecchi. Quindi è logico e conseguenziale che l'armamento migliore fu salvato... Ma allora, perchè durante il famoso combattimento di Santa Giustina in Colle, Verzotto dice che avevano solo qualche fucile e un paio di mitra? Cosa consegnarono ai fascisti e ai tedeschi, armi dell'800?  Notate poi il linguaggio "diplomatico" "legale". Il comportamente di Verzotto fu "non compatibile"... "non conforme"... "segnalò la possibilità di poter scendere a patti..." insomma dei sinonimi usati per confermare diplomaticamente le accuse. Non una assoluzione, ma, anzi,  un diplomatico atto di "accusa giustificante". Di certo qui non venne riportato che Verzotto era in possesso di un porto d'armi rilasciato dalle Brigate Nere...

Altre accuse di tradimento nei confronti di Graziano Verzotto

Nel documentario "La Memoria di Giano", non vengono volutamente riportati, per verità storica e correttezza,  documenti d'accusa nei suoi confronti, del Verzotto, rilevati da fonti anonime, che riporteremo prossimamente. E' interessante notare che esistono invece una serie di documentazioni molto significative e pesantissime.

1 - Testimonianza d Giacomo Grunfeld contro Verzotto "il quale faceva pressione presso di me nel gennaio 1945 perché mi presentassi al carnefice di Piazzola sul Brenta, tenente Majer. Ciò voleva dire la mia morte dato che ero ricercatissimo dalla SS tedesca" .Padova luglio 1945.

2 - Denuncia a carico di Graziano Verzotto abitante a S.G.i.C.. - Gamba Antonio padre di Orlando da Cittadella - suo figlio catturato l'11 dicembre 1944 in casa di Bautta Olindo di Santa Giustina dopo che Verzotto scende a compromesso, ma Il ..."il vile compromesso non fu fatto invece che per salvare la sua posizione... perché se un mumero di partigiani furono rilasciati non fu dovuto al suo compromesso ma bensì perché nulla era risultato a loro carico o perché avevano aderito come lui a collaborare con i fascisti, gli altri, ad esempio mio figlio Bruno Ballan e altri furono trattenuti in prigionia perché riconosciuti attivi partigiani  Ballan scpappato suo figlio (fui) torturato per quattro mesi e liberato per intercessione di padre Nicolino - "effetto disastroso in seno al suo Brg del compromesso - ..."

si  deve continuare... perchè ce ne sono molte.

 


Sotto. Relazione di Verzotto il quale afferma "noi"... che furono uccise due S.S. - Tecnicamente c'è la responsabilità diretta dell'uccisione degli ostaggi in quanto il paese era tappezzato da manifesti che avvisavano del fatto che sarebbero stati uccisi 10 ostaggi per ogni soldato ucciso e che Don Lago avvisava di questo anche in Chiesa.

Una testimonianza alquanto contraddittoria. - Quando si riaprirono le indagini sul caso di Santa Giustina in Colle, il 6 maggio 1999, la Procura militare di Padova manda a chiamare come testimone, Graziano Verzotto, comandante partigiano della terza brigata Damiano Chiesa. Verzotto riferisce: "Due tedeschi furono uccisi nei pressi di Santa Giustina. Queste uccisioni furono quelle che scatenarono la rappresaglia a S. Giustina: ad operare pare sia stata una formazione tedesca, di SS, che erano di stanza a Castelfranco. Dico ciò non perché io abbia avuto all'ora una conoscenza diretta, ma sulla base di una ricercatissima storia operata di recente dal prfo. Egidio Ceccato che ne ha dato riscontro in una sua pubblicazione".

 

1 -  Il prof Ceccato sia nella intervista rilasciata per il documentario, sia nella intervista del 2013 sopra riportata parla di essere stato tratto "in inganno" da questo fatto, ma che in realtà la rappresaglia avviene per la rottura di un patto fra Verzotto, SS, SD e Brigate Nere. Vedi documentazione

2 - Graziano Verzotto dice di non esserci stato al momento della strage. Si vero. Ma al momento dei combattimenti si. Come riportano i testimoni tutt'ora viventi, che lo vedono uscire dalla canonica e quelli passati, fra i quali un partigiano che lo ricorda ancora "mi veniva incontro, lo ricordo ancora bene, con la tracola della pistola di traverso". Fatto che il Verzotto ha sempre negato, cioè di essere stato presente durante i combattimenti. Peccanto che i documenti sopra dimostrino l'opposto.

3 - come mai la magistratura ascolta solo Verzotto e non altri testimoni che noi abbiamo trovato dopo 17 anni dall'interrogatorio di Verzotto, considerando che all'epoca di esistenti erano molti di più?

4 - come mai Verzotto parla di scontri fra garibaldini che portarono all'uccisione dei due tedeschi quando dalle testimonianze raccolte nel libri "Il campanile brucia" parla di cattura di due tedeschi e uccisi più tardi?

5 - come mai dice che non sapeva delle SS quando in realtà nella descrizione sopra riportata dice che:... fummo attaccati a semicerchio da parte di SS"?

6 - perchè nella relazione sopra, firmata di suo pugno, dice che non c'era durante i combattimenti quando afferma che "stavamo interrogando le ss"... interrogate in centro paese, erano stati rinchiusi nel wagon, locale vicino alla chiesa? Perché non usa mai le parole, i miei uomini, i miei partigiani, ma noi?

 


UNO STRAORDINARIO DOCUMENTO

Ecco sotto riportato il verbale del COMITATO VENETO DI LIBERAZIONE.

OGGETTO: Inchiesta sul caso dell'Ex Comandante del 6° Battaglinone VERZOTTO Graziano. Da leggere con attenzione. Siamo al 1/8/1945... Poi leggete l'articolo del Mattino di Padova...  e fate i vostri commenti.

UNA DICHIARAZIONE SCONVOLGENTE

Fra i fatti più sconvolgenti ritrovati ma non riportati nel documentario, fra le decine lasciati in un cassetto, c'è una dichiarazione sconvolgente sulla collaborazione fra i tedeschi e Verzotto (archivio ASP - Padova) :

Arsego 3 agosto 1945 - PINTON MARIA di FLORINDO di anni e MANCON GINEVRA di anni 56 dichiarano che Bartali (nome in codice di Graziano Verzotto) si era recato in casa loro il 26 dicembre 1944 accompagnato da TRE TEDESCHI; Uno di questi chiede se  è la casa di Dante, risponde di sì, e chiede se ci sono armi, risponde di sì, "allora i tedeschi procedettero alla perquiszione con esito negativo". Terminato ciò, chiuesero allora dove eri il Pinton "Dante" e risposero che era in Padova al servizio del lavoro.

UN FATTO BEN STRANO...

In un documento di difesa, Graziano Verzotto, indica come testimoni a sua giustificazione del patto avvenuto fra lui, le Brigate nere ed i tedeschi, due sacerdoti: il cancelliere del vescovo di padova  Don Ugo Orso e Don Mario Zanchin... , cito: "Il compromesso, o meglio l'accordo, è avvenuto a condizioni di parità fra le due parti (ne possono testimoniare don Mario Zanchin e l'Amministratore don Ugo Orso che allora funsero da testimoni del primo colloquio (!?)"...

  • Ma... come mai nelle successive indagini questi preziosi testimoni non furono MAI chiamati a testimoniare?
  • E poi, quanti colloqui ci furono?

Elenco della documentazione dal quale sono stati tratti i testi del documentario.

 

- la documentazione utilizzata nel documentario è nota già nota e pubblica e va da un periodo che va dal 1940 al 2015

 

- nei titoli di coda sono indicate larga parte delle fonti

 

- il materiale documentale utilizzato non è stato "tagliato" al di fuori di un contesto

 

 

 

 

 

1)  Documento del Comitato Liberazione nazionale CLN di Padova 21.11.1945 – accusa a Graziano Verzotto di patti con il nemico, consegna armi al nemico, persuasione a favore dell’avversario, rimozione dal grado militare e perdita di qualifica da partigiano.

 

2) documento Comitato Liberazione Nazionale CLN- Padova 21.11.1945 Commissione disciplinare sul caso Verzotto Graziano – crisi che lo indusse a scendere a patti con il nemico. Comportamento non conforme alle esigenze della lotta partigiana, deplorazione del patteggiamento con il nemico, rimozione del suo grado da comandante.

 

3)  ASP-Gabinetto Prefettura – busta n.626 interrogatorio del 23.10.1945 di Amerigo Torresin che certifica il collegamento fra il partigiano Verzotto e le Brigate Nere e la concessione di un porto d’armi avuto dalle brigate nere stesse in favore del Verzotto.

 

4)   ASP-Gabinetto Prefettura – busta n.626 interrogatorio di Verzotto 16.11.1945 sui suoi rapporti con le S.S. tedesche, le Brigate Nere e altre connivenze con il nemico

 

5)    ASP-Gabinetto Prefettura – busta n.626 relazione del colonnello Rivetti Camillo sulla rimozione del grado e la rimozione della qualifica da partigiano.

 

6)  Deposizione autenticata da Verzotto sulla deposizione dell’ex comandante fascista Allegro Alfredo sull’accordo fra partigiani, comandati da Graziano Verzotto, le SD tedesche e la consegna di armi del Verzotto ai tedeschi.

 

7)  Testimonianza di Giacomo Grunfeld contro Verzotto perché invitato dal Verzotto stesso a consegnarsi alle SS tedesche a cui seguono dichiarazioni cartacee e documentate dello stesso tono (consegna moschetti, patti con il nemico, ecc…), di Zorzi Gino partigiano Garibaldino, di Bruno Ballan, denuncia a carico del Verzotto (con specifica sul patto partigiani e Brigate Nere), dichiarazione di Mario Finco, dichiarazione di Bonaldo Bruno, dichiarazione di Marcello Bassano (che testimonia che il Verzotto dormiva tranquillamente nei locali delle Brigate Nere), dichiarazione di Pinton Maria di Florindo di anni 18 e di Mancon Ginevra di anni 57 ( accusano il Verzotto di perquisizione nella loro casa assieme a tre soldati tedeschi)

 

8)  Verbale di Graziano Verzotto alla Corte straordinaria di Assise sulla colpevolezza di Armida Boccini quale corresponsabile della strage di Santa Giustina (risultata poi innocente e scarcerata)

 

9)  2 denunce a carico di Giannini Ada scritti di pugno da Graziano Verzotto ma con due firme differenti (Graziano Verzotto e Santoro Imperio)

 

10)  Giornale Il Candido del 27.02.1945 intitolato “Verzotto Il Boia” da pag. 5 a pag. 10

 

11) 16 (sedici) pagine manoscritte dal Verzotto, in possesso in originale dallo Storico Enzo Ramazzina, nelle quali si notano parecchie contraddizioni oggettive su storie raccontate dallo stesso in altre documentazioni

 

12)  Intervista video al Signor Colombo Tollardo scampato all’eccidio. Luglio 2015 e novembre 2015

 

13)  Intervista video al testimone oculare Franco Giustino (che vide Verzotto presente in canonica durante i combattimenti, fatto sempre smentito dal Verzotto)

 

14)  Documento del 13.10.1945 a firma Graziano Verzotto alla Corte d’Assise straordinaria di Padova il quale in qualità di Tenente della Polizia Ausiliaria smentisce che la Ada Giannini (che poi riconoscerà lui stesso, fra i responsabili della strage) "sia mai esistita".

 

15)  Documentario del Messaggero di Sant’Antonio con video interviste realizzato nel 1995 con specifica intervista a testimone partigiano che conferma presenza di Graziano Verzotto, (uno dei nodi centrali della ricerca) durante i combattimenti

 

16)  Intervista all’interno del documentario allo storico Egidio Ceccato (biografo anche delle vicende di Graziano Verzotto) il quale conferma un patto fra Graziano Verzotto e i suoi partigiani, le SS, le forze di sicurezza tedesche SD, le Brigate nere, e il Clero.

 

 

 

 

1) Guerrino Citton “Le tre brigate partigiane” del 2006 pag. 29,30,93,94,327,384,459,460,461,462,463,464,468,475,479,480,482, e altre 40 pagine

 

2) “Il Campanile brucia” dell’Avvocato Giancarlo Galileo Beghin del 2005

 

3) “Il Processo ad Ada Giannini” di Enzo Ramazzina del 2003

 

4) “Gli anni della Seconda Guerra Mondiale” di Enzo Ramazzina del 2002

 

5) “Dal Veneto alla Sicilia” di Guerrino Citton del 2008

 

6) “Il Sacrificio dei Padovani” di Fabris Menzato del 1995

 

7) “Santa Giustina in Colle attraverso i documenti dell’archivio comunale” a cura di Beghin/Ragazzina del 1990

 

8) “La cronistoria del parroco di Santa Giustina in Colle” di Pierantonio Gios del 1995

 

9) “Il sangue e la memoria” di Egidio Ceccato del 2005

 

10) Diario personale del testimone oculare L. Bragadin

 

11) Giuseppe Ruffato “Alba di Libertà” del

 

 

 

 

 

 

Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di Padova

 

Fascicolo n. 1346/96-429/97

 

Fascicolo n.3295

 

Fascicolo n. 194696-42997 di cui abbinati

 

1946/96 -1953/96-728/95-234/91 RGNR

 

Fascicolo 1953/96

 

425/97 volume III

 

Fascicolo 728/95 e 316/05

 

 

 

Si citano gli interrogatori della commissione americana sui crimini di guerra tenutasi a Santa Giustina in Colle nel luglio del 1945.

 

 

 

Inoltre sono stati utilizzati e analizzati articoli di quotidiani, settimanali e mensili. Ulteriori testimonianze registrate, pagine web e altra documentazione come sopra , non utilizzata per motivi di spazio narrativo video,nel documentario.

 

 

 

L'unica operazione "inedita" effettuata dal sottoscritto per la stesura del documentario è stata quella di leggere i documenti in larga parte noti da decenni, in parte poco noti, con alcuni documenti inediti inediti e rari, interlacciandoli fra di loro con altre fonti, come testimonianze e quanto sopra elencato, analizzati per la prima volta in un quadro sinottico degli avvenimenti.

 

 

 

Un fatto altresì interessante, ma incapibile a livello personale, è che le immagini del documentario riportano in video i documenti originali che non danno adito ad interpretazioni "altre" da parte dello spettatore; chiunque sia.

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